CAREMA: nuovo presidio Slow Food dal 2014, un progetto volto alla tutela della biodiversità, del sapere tradizionale e del territorio.
Slow Food ha deciso di inserire Carema nell’elenco degli oltre 200 presidi attivi in Italia nell’ottica di contribuire a salvaguardare un paesaggio rurale e un vino tradizionale unici nel loro contesto. Slow
Food con questa iniziativa intende stimolare nei produttori l’adozione di pratiche produttive sostenibili e a sviluppare un approccio etico al mercato.
“Acquistando una bottiglia di CAREMA contribuirai a mantenere un paesaggio unico e sosterrai una viticoltura ormai eroica”
Il prodotto
Il Carema e il Carema Riserva, DOC dal 1967, sono vini rossi secchi di montagna divenuti Presidio Slow Food nel 2014. Il primo è di colore rosso rubino, tendente al granato, e il secondo è rosso
granato. Al naso sono entrambi fini, freschi, con accenni minerali e floreali; in bocca sono corposi, con una delicata acidità, una trama tannica equilibrata e note che ricordato le spezie e i frutti rossi. Con
il progredire dell’affinamento le sensazioni tanniche si addolciscono e la struttura diventa più importante. Si consiglia di degustare i vini a 18/20°C e di abbinarli a primi - come gli agnolotti e la polenta
concia - ai secondi di carne, ai salumi e ai formaggi almeno di media stagionatura.
Il territorio
La zona di coltivazione, vinificazione, invecchiamento e imbottigliamento del Carema DOC prodotto della Cantina Produttori Nebbiolo di Carema coincide con il territorio del Comune di Carema,
collocato sulla sinistra orografica della Dora Baltea, in una zona collinare terrazzata dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea, in provincia di Torino, al confine con la Valle d’Aosta.
I vigneti, coltivati dalla Cantina Produttori Nebbiolo di Carema e da circa 75 soci viticoltori, si estendono complessivamente su circa 13 ettari nella conca su cui sorge il paese, a un’altitudine compresa tra
i 300 e i 650 metri s.l.m. e sono collocati su coste rocciose, prevalentemente ripide. Le viti godono del buon irraggiamento solare diurno, che mitiga il clima piuttosto freddo e i venti provenienti da nord, e
crescono su terreni di origine morenica.
La coltivazione
Per la produzione del Presidio, la Cantina Produttori Nebbiolo di Carema utilizza uve nebbiolo coltivate per la maggior parte a pergola. Il sistema a pergola, detto “topia” nel dialetto piemontese, è
costituito da un’intelaiatura di travi in castagno spesso sorrette da caratteristici pilastri tronco-conici in pietra, i “pilùn”, che – insieme ai muri di pietra a secco su cui si trovano – accumulano calore
che poi rilasciano nelle ore notturne per favorire la maturazione delle uve. La gestione e la manutenzione dei vigneti si eseguono a mano. La fertilizzazione avviene con letame maturo e, in caso di necessità,
con concimi fosforici, azotati e potassici. Le erbe spontanee, una volta falciate e trinciate, si lasciano nei vigneti per arricchire il terreno di sostanza organica e limitare la perdita d’acqua dal suolo. Nei
giovani impianti è praticata l’irrigazione di soccorso e, per il controllo delle malattie e dei parassiti, si adoperano prodotti a base di rame, zolfo e di sintesi chimica.
La raccolta e la lavorazione
Solitamente la vendemmia si svolge tra la seconda e la terza decade di ottobre. I grappoli si raccolgono manualmente, si ripongono nelle gerle di vimini o in cassette con capacità non superiore a 30
kg, e si cernono scrupolosamente: solo le uve sane e mature di prima scelta sono selezionate per la produzione del vino del Presidio. Arrivate in cantina, le uve si diraspano, si pigiano e il mosto ottenuto si
porta a macerazione in vasche di acciaio o di cemento. In questa fase si svolgono due rimontaggi al giorno e periodiche frollature per evitare che le vinacce rimangano asciutte e per rompere il cappello che
tende a formarsi in superficie. Dopo 10-28 giorni, si esegue la svinatura e la torchiatura per separare la parte solida dal vino, che si trasferirà nelle cisterne in acciaio per circa 3-4 mesi, durante i quali
si avvierà la fermentazione malolattica. Segue l’invecchiamento minimo di 24 mesi per il Carema e 36 mesi per il Carema Riserva, il cui affinamento di almeno 12 mesi avviene in botte grande di rovere. Infine,
si esegue l’imbottigliamento.
L'etichetta narrante è un progetto Slow Food e racconta il prodotto, chi lo produce e tutta la filiera.
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